Polonia, Mons. Fisichella ha inaugurato il Congresso Eucaristico diocesano a Gliwice
Sabato 23 e domenica 24 marzo 2024, nella diocesi polacca di Gliwice, il pro-prefetto del Dicastero, S.E. Mons. Rino Fisichella, ha incontrato le Comunità della Nuova Evangelizzazione e i rappresentanti della Commissione per la Nuova Evangelizzazione della Conferenza Episcopale polacca, per l’inaugurazione del Congresso Eucaristico diocesano.
La due giorni si è aperta con la S. Messa presieduta da Mons. Fisichella il sabato pomeriggio nella Chiesa di Nostra Signora di Częstochowa. «Evangelizzare equivale a esprimere l’amore del Padre che si realizza nel mistero pasquale del suo Figlio. Essere testimoni viventi di questo amore ci porta a incontrare tutti, nessuno escluso, per partecipare a ognuno la gioia del nostro incontro con il Signore Risorto», ha sottolineato Mons. Fisichella durante l’omelia, parlando alle Comunità della Nuova Evangelizzazione della Metropoli dell’Alta Slesia. «Dobbiamo ricordare san Giovanni Paolo II nella sua prima visita a Cracovia quando a Nota Huta, vedendo la croce disse: "Da qui deve iniziare la nuova evangelizzazione”. Voi siete il frutto di questa profezia e avete la responsabilità di mantenerla viva».
Per aprire l’incontro con i responsabili delle Comunità di Nuova Evangelizzazione, in serata, il pro-prefetto ha proposto le parole di San Paolo nella prima Lettera ai Corinzi: «Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato». Il testo dell’apostolo «può essere preso come la vera introduzione alle nostre riflessioni. - ha detto Mons. Fisichella - Alla comunità di Corinto, Paolo non fa altro che trasmettere quanto egli stesso ha ricevuto. Non c’è altra alternativa per la fede. Quanto noi siamo chiamati a credere, comporta che siamo responsabili nel dover trasmettere in maniera viva e dinamica. È questa la sfida che si pone nell’evangelizzazione perché comporta la capacità dell’ascolto e la responsabilità dell’annuncio. Il binomio va di pari passo».
Mons. Fisichella ha ricordato poi che «si deve ritornare a ciò che costituisce il centro e il fondamento della nostra fede: l'annuncio della risurrezione», in un mondo che continua a cambiare. «Ci sono due elementi che ritornano come delle costanti: da una parte, la missione della Chiesa nel suo annuncio del Vangelo e dall'altra, il destinatario dell'annuncio: il nostro contemporaneo. Dimenticare una sola di queste due componenti o limitarne lo spazio ad una sola comporterebbe uno squilibrio che di fatto comprometterebbe la missione della comunità credente». E in un tempo in cui «si stanno modificando non solo i comportamenti, ma il concetto stesso che sta alla base della visione dell’uomo e quindi di tutta l’antropologia che ne deriva», anche l’evangelizzazione deve prendere coscienza di «questo cambiamento culturale che tocca direttamente la visione dell’uomo». Il vero evangelizzatore, dunque, «è colui che sa cogliere i segni della presenza di Dio nella storia, là dove ognuno vive, per saper discernere e per poter trasformare il mondo alla luce del Vangelo». Ai membri delle Comunità della Nuova evangelizzazione, il pro-prefetto ha lasciato ancora due sottolineature importanti: la Parola di Dio come «specchio dentro cui dobbiamo rifletterci per vedere l’intensità del nostro impegno e la coerenza della nostra azione» e la profezia come «una dimensione propria dell’azione evangelizzatrice».
La domenica delle Palme, invece, Mons. Fisichella ha incontrato la Commissione per la nuova Evangelizzazione dell’Episcopato polacco e poi ha presieduto la S. Messa nella Cattedrale di Gliwice, con il vescovo della diocesi S.E. Mons. Slawomir Oder che ha poi inaugurato il Congresso Eucaristico. Mons. Oder ha dato il benvenuto al pro-prefetto del Dicastero ricordando l’Anno della Preghiera e il Giubileo del 2025.
Mons. Fisichella ha dedicato la sua omelia alla meditazione sull'Eucaristia, che è «la presenza di Cristo Risorto in mezzo alla sua Chiesa», affiché essa «continui a essere annuncio efficace di salvezza per il mondo». Nel cenacolo, il giovedì santo «viene rivelato il mistero dell'amore di Dio che non può rimanere sotto il ricatto della morte, ma la vince con la forza della vita che per la potenza del Padre opera la risurrezione del Figlio». Questo evento non è relegato nel passato ma con il sacramento dell'Eucaristia si rende presente ogni giorno. L’Eucaristia, infatti «testimonia che Cristo rimane con noi per sempre e ama offrendo il perdono della riconciliazione e della comunione di vita con il Padre». Il gesto dello “spezzare il pane” ricorda agli uomini e alle donne che il Signore è presente. «Questa consapevolezza eucaristica - ha concluso l’Arcivescovo - ci permette di sperimentare in maniera del tutto peculiare la vicinanza, la presenza e la comunione con il Signore Gesù, speranza vera di quanti credono in lui».