Discorso del Santo Padre Francesco ai Missionari della Divina Misericordia - 25 aprile 2022

Discorso del Santo Padre Francesco ai Missionari della Divina Misericordia - 25 aprile 2022

  DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MISSIONARI DELLA DIVINA MISERICORDIA Aula Paolo VI Lunedì, 25 aprile 2022   Cari Missionari della Misericordia, buongiorno e benvenuti! Desideravo incontrarvi di nuovo, perché a voi ho affidato il ministero che più mi sta a cuore: essere strumento efficace della misericordia di Dio. Vedo che ogni anno il numero dei Missionari della Misericordia aumenta: qui ci sono altri problemi, ma aumenta. Questo mi dà gioia, perché significa che la vostra...

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Domenica della Divina Misericordia - Omelia del Santo Padre Francesco - 24 aprile 2022

Domenica della Divina Misericordia - Omelia del Santo Padre Francesco - 24 aprile 2022

  SANTA MESSA DELLA DIVINA MISERICORDIA OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Basilica di San Pietro II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, 24 aprile 2022   Oggi il Signore risorto appare ai discepoli e a loro, che l’avevano abbandonato, offre la sua misericordia, mostrando le sue piaghe. Le parole che rivolge loro sono ritmate da un saluto, che compare nel Vangelo odierno ben tre volte: «Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26). Pace a voi! È il saluto del Risorto, che...

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Incontro dei Missionari della Misericordia con Papa Francesco

Incontro dei Missionari della Misericordia con Papa Francesco

    DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MISSIONARI DELLA MISERICORDIA Sala Regia Martedì, 10 aprile 2018 [Multimedia]     Cari Missionari, benvenuti, grazie, e spero che coloro che sono stati nominati vescovi non abbiano perso la capacità di “misericordiare”. Questo è importante. Per me è una gioia incontrarvi dopo la bella esperienza del Giubileo della Misericordia. Come ben sapete, al termine di quel Giubileo straordinario il vostro ministero si sarebbe dovuto...

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Incontro Nazionale dei Missionari della Misericordia

Incontro Nazionale dei Missionari della Misericordia

MERCOLEDI, 25 SETTEMBRE 2019 Mattinata: accoglienza ore 13:00 Pranzo ore 15:30 Preghiera d’inizio don Pasqualino DI DIO Missionario della Misericordia e Iniziatore della Fraternità Apostolica della Misericordia ore 16:00 Introduzione don Francesco SPINELLI Officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ore 16:30 Insegnamento: Prospettive pastorali per una corretta e fruttuosa celebrazione del Sacramento della Riconciliazione nelle nostre comunità don Giuseppe...

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Misericordia et Misera: i Missionari della Misericordia

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Un’esperienza di grazia che la Chiesa ha vissuto con tanta efficacia nell’Anno giubilare è stato certamente il servizio dei Missionari della Misericordia. La loro azione pastorale ha voluto rendere evidente che Dio non pone alcun confine per quanti lo cercano con cuore pentito, perché a tutti va incontro come un Padre. Ho ricevuto tante testimonianze di gioia per il rinnovato incontro con il Signore nel Sacramento della Confessione. Non perdiamo l’opportunità di vivere la fede anche come esperienza di riconciliazione. «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20) è l’invito che ancora ai nostri giorni l’Apostolo rivolge per far scoprire ad ogni credente la potenza dell’amore che rende una «creatura nuova» (2 Cor 5,17).

Esprimo la mia gratitudine ad ogni Missionario della Misericordia per questo prezioso servizio offerto per rendere efficace la grazia del perdono. Questo ministero straordinario, tuttavia, non si conclude con la chiusura della Porta Santa. Desidero, infatti, che permanga ancora, fino a nuova disposizione, come segno concreto che la grazia del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace. Sarà cura del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione seguire in questo periodo i Missionari della Misericordia, come espressione diretta della mia sollecitudine e vicinanza e trovare le forme più coerenti per l’esercizio di questo prezioso ministero. 

Misericordia et Misera (paragrafo 9)

 

 

Invio dei Missionari della Misericordia durate il Giubileo Straordinario della Misericordia

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OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica Vaticana
Mercoledì delle Ceneri, 10 febbraio 2016

 

La Parola di Dio, all’inizio del cammino quaresimale, rivolge alla Chiesa e a ciascuno di noi due inviti.

Il primo è quello di san Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20). Non è semplicemente un buon consiglio paterno e nemmeno soltanto un suggerimento; è una vera e propria supplica a nome di Cristo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (ibid.). Perché un appello così solenne e accorato? Perché Cristo sa quanto siamo fragili e peccatori, conosce la debolezza del nostro cuore; lo vede ferito dal male che abbiamo commesso e subìto; sa quanto bisogno abbiamo di perdono, sa che ci occorre sentirci amati per compiere il bene. Da soli non siamo in grado: per questo l’Apostolo non ci dice di fare qualcosa, ma di lasciarci riconciliare da Dio, di permettergli di perdonarci, con fiducia, perché «Dio è più grande del nostro cuore» (1Gv 3,20). Egli vince il peccato e ci rialza dalle miserie, se gliele affidiamo. Sta a noi riconoscerci bisognosi di misericordia: è il primo passo del cammino cristiano; si tratta di entrare attraverso la porta aperta che è Cristo, dove ci aspetta Lui stesso, il Salvatore, e ci offre una vita nuova e gioiosa.

Ci possono essere alcuni ostacoli, che chiudono le porte del cuore. C’è la tentazione di blindare le porte, ossia di convivere col proprio peccato, minimizzandolo, giustificandosi sempre, pensando di non essere peggiori degli altri; così, però, si chiudono le serrature dell’anima e si rimane chiusi dentro, prigionieri del male. Un altro ostacolo è la vergogna ad aprire la porta segreta del cuore. La vergogna, in realtà, è un buon sintomo, perché indica che vogliamo staccarci dal male; tuttavia non deve mai trasformarsi in timore o paura. E c’è una terza insidia, quella di allontanarci dalla porta: succede quando ci rintaniamo nelle nostre miserie, quando rimuginiamo continuamente, collegando fra loro le cose negative, fino a inabissarci nelle cantine più buie dell’anima. Allora diventiamo persino familiari della tristezza che non vogliamo, ci scoraggiamo e siamo più deboli di fronte alle tentazioni. Questo avviene perché rimaniamo soli con noi stessi, chiudendoci e fuggendo dalla luce; mentre soltanto la grazia del Signore ci libera. Lasciamoci allora riconciliare, ascoltiamo Gesù che dice a chi è stanco e oppresso «venite a me» (Mt 11,28). Non rimanere in sé stessi, ma andare da Lui! Lì ci sono ristoro e pace.

In questa celebrazione sono presenti i Missionari della Misericordia, per ricevere il mandato di essere segni e strumenti del perdono di Dio. Cari fratelli, possiate aiutare ad aprire le porte dei cuori, a superare la vergogna, a non fuggire dalla luce. Che le vostre mani benedicano e risollevino i fratelli e le sorelle con paternità; che attraverso di voi lo sguardo e le mani del Padre si posino sui figli e ne curino le ferite!

C’è un secondo invito di Dio, che dice, per mezzo del profeta Gioele: «Ritornate a me con tutto il cuore» (2,12). Se bisogna ritornare è perché ci siamo allontanati. È il mistero del peccato: ci siamo allontanati da Dio, dagli altri, da noi stessi. Non è difficile rendersene conto: tutti vediamo come facciamo fatica ad avere veramente fiducia in Dio, ad affidarci a Lui come Padre, senza paura; come è arduo amare gli altri, anziché pensare male di loro; come ci costa fare il nostro vero bene, mentre siamo attirati e sedotti da tante realtà materiali, che svaniscono e alla fine ci lasciano poveri. Accanto a questa storia di peccato, Gesù ha inaugurato una storia di salvezza. Il Vangelo che apre la Quaresima ci invita a esserne protagonisti, abbracciando tre rimedi, tre medicine che guariscono dal peccato (cfr Mt 6,1-6.16-18).

In primo luogo la preghiera, espressione di apertura e di fiducia nel Signore: è l’incontro personale con Lui, che accorcia le distanze create dal peccato. Pregare significa dire: “non sono autosufficiente, ho bisogno di Te, Tu sei la mia vita e la mia salvezza”. In secondo luogo la carità, per superare l’estraneità nei confronti degli altri. L’amore vero, infatti, non è un atto esteriore, non è dare qualcosa in modo paternalistico per acquietarsi la coscienza, ma accettare chi ha bisogno del nostro tempo, della nostra amicizia, del nostro aiuto. È vivere il servizio, vincendo la tentazione di soddisfarci. In terzo luogo il digiuno, la penitenza, per liberarci dalle dipendenze nei confronti di quello che passa e allenarci a essere più sensibili e misericordiosi. È un invito alla semplicità e alla condivisione: togliere qualcosa dalla nostra tavola e dai nostri beni per ritrovare il bene vero della libertà.

«Ritornate a me – dice il Signore – ritornate con tutto il cuore»: non solo con qualche atto esterno, ma dal profondo di noi stessi. Infatti Gesù ci chiama a vivere la preghiera, la carità e la penitenza con coerenza e autenticità, vincendo l’ipocrisia. La Quaresima sia un tempo di benefica “potatura” della falsità, della mondanità, dell’indifferenza: per non pensare che tutto va bene se io sto bene; per capire che quello che conta non è l’approvazione, la ricerca del successo o del consenso, ma la pulizia del cuore e della vita; per ritrovare identità cristiana, cioè l’amore che serve, non l’egoismo che si serve. Mettiamoci in cammino insieme, come Chiesa, ricevendo le Ceneri – anche noi diventeremo cenere – e tenendo fisso lo sguardo sul Crocifisso. Egli, amandoci, ci invita a lasciarci riconciliare con Dio e a ritornare a Lui, per ritrovare noi stessi.