I VENERDÌ DELLA MISERICORDIA
Il Dicastero si è prodigato con grande passione, discrezione e spesso senza poter evitare il risalto mediatico suscitato, per la realizzazione delle visite a sorpresa del Santo Padre durante i cosiddetti Venerdì della Misericordia. Queste occasioni sono state forte- mente volute da Papa Francesco durante il Giubileo, quale segno concreto di fraterna vici- nanza ed operosa prossimità verso i fratelli esclusi, dimenticati, che soffrono nel corpo e nello spirito.
- 15 gennaio: Visita alla Casa di riposo “Bruno Buozzi” e alla “Casa Iride”
Papa Francesco, dopo aver aperto la Porta Santa all’Ostello della Caritas Diocesa- na “Don Luigi Di Liegro” alla stazione Termini di Roma, continua a dare testimonianza dei segni concreti della Misericordia, recandosi presso la Casa di riposo “Bruno Buozzi”, nel quartiere popolare di Torrespaccata a Roma. Il Papa, incontrando gli ospiti, ha sottoli- neato il grande valore che le persone anziane e i nonni rivestono nella vita della Chiesa e nella società. Il Santo Padre si è poi diretto, nella stessa giornata, anche a “Casa Iride”, unico centro in Europa dove sono ospitate persone in stato vegetativo assistite dai loro fa- miliari.
- 26 febbraio: Visita alla comunità terapeutica “San Carlo”
Papa Francesco, pochi giorni dopo il suo rientro dal viaggio in Messico, si è pre- sentato a sorpresa il 26 febbraio alla porta della Comunità terapeutica “San Carlo” alla periferia di Roma. La comunità, fondata da don Mario Picchi, accoglie cinquantacinque ospiti che hanno intrapreso un percorso per uscire dalla dipendenza delle droghe. La sor- presa è stata generale, nessuno si aspettava di vedere Papa Francesco: la profonda com- mozione ha toccato tutti. Il Papa è voluto rimanere insieme ai giovani, ha ascoltato le loro storie e ha fatto sentire ad ognuno la sua vicinanza. Li ha provocati a non lasciarsi divorare dalla “metastasi” della droga e, abbracciandoli, ha voluto far comprendere quanto il cam- mino iniziato in comunità sia una reale possibilità per ricominciare a esprimere una vita degna di essere vissuta.
- 24 marzo: Visita al C.A.R.A di Castelnuovo di Porto (Roma)
Papa Francesco il 24 marzo, giovedì santo, si è recato al Centro Accoglienza Ri- chiedenti Asilo (C.A.R.A.) di Castelnuovo di Porto, per lavare i piedi a dodici profughi che hanno avuto vicende turbolente e situazioni al limite della sopportazione fisica e psi- cologica in paesi dove regna il dolore e la sofferenza, dai quali sono scappati per raggiun- gere l’Italia. Il Santo Padre si è inchinato per lavare i piedi dei “dodici prescelti” compien- do lo stesso gesto d’amore di Gesù nell’Ultima Cena, che si china ai piedi dei discepoli per esprimere la piena compassione di Dio per l’uomo. Si è trattato di un gesto fortemente simbolico che invita tutta la Chiesa a mettersi a servizio dell’umanità provata e sofferente. Il Centro ospita, in totale, 892 persone, di cui 554 di religione mussulmana, 337 cristiana e 2 hindu. Tra queste, oltre ai dodici fedeli, il Papa ha incontrato anche alcune famiglie di profughi originarie della Palestina e dall’Eritrea.
- 16 aprile: Visita all’isola di Lesbo
Tra le opere di Misericordia che Papa Francesco ha compiuto durante l’Anno San- to c’è stata anche la visita all’isola di Lesbo. «Andiamo ad incontrare la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale» aveva detto il Papa durante il viaggio che lo avrebbe portato a Lesbo. Il Santo Padre si è recato pellegrino di misericordia sull’isola, definita “Periferia dell’Europa”, e ha incontrato al campo profughi centinaia di persone che erano lì ad attenderlo. Ha stretto decine di mani, ha asciugato tante lacrime, ha dato una parola a ciascuno; in seguito ha pranzato in un container con i fratelli Ortodossi e una decina di rifugiati. Dopo il pranzo i tre leader religiosi si sono spostati al porto di Mitilene dove sono state ricordate le vittime e i morti che non sono riusciti a salvarsi inghiottiti dalle acque. Papa Francesco, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e l’Arcivescovo greco-ortodosso Hieronymos hanno poi ricevuto delle corone d’alloro che hanno lanciato in mare. Poi, Francesco, si è rivolto ai leader dell’Europa implorando una risoluzione de- finitiva alla catastrofe delle migrazioni e rincuorando i presenti con un caloroso e miseri- cordioso «Non siete soli». Infine, prima di ripartire per Roma, il Papa ha deciso di portare con sé tre famiglie siriane, tutte di religione musulmana, per un totale di dodici persone.
Il gesto, che il Santo Padre ha definito «una goccia d’acqua nel mare», ha sorpreso il mon- do e le famiglie stesse che hanno potuto iniziare una nuova vita in Italia.
- 13 maggio: Visita alla Comunità “Il Chicco”
Il Papa, nella giornata di venerdì 13 maggio, ha visitato a sorpresa la Comunità “Il Chicco” di Ciampino, alle porte di Roma. Si tratta di una realtà legata alla grande famiglia dell’Arca fondata da Jean Vanier nel 1964. La federazione è presente in oltre trenta Paesi nei cinque continenti e, insieme all’associazione “Fede e Luce”, si dedica alle persone più deboli ed emarginate della società. La Comunità “Il Chicco” è la prima realizzata in Italia nel 1981 ed ospita diciotto persone con grave disabilità mentale.
- 17 giugno: visita alla Comunità “Monte Tabor” e “Cento Preti”
Papa Francesco, nel pomeriggio di giovedì 17 giugno, si è presentato a sorpresa alla comunità “Monte Tabor”, dove vivono otto sacerdoti sotto la guida di un diacono permanente, inviati lì dai rispettivi vescovi per svariate problematiche. La prima visita del Papa, conclusasi tra la commozione e gli applausi, è stata seguita da una seconda visita alla comunità dei sacerdoti anziani della Diocesi di Roma, che si chiama ufficialmente “Casa San Gaetano”, ma è più nota come “I cento preti”.
- 12 agosto: Visita alla Comunità “Papa Giovanni XXIII”
Il 12 agosto il Santo Padre si è recato nella struttura romana della Comunità “Papa Giovanni XXIII” fondata da don Oreste Benzi, per incontrare venti donne liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione. Alcune provengono dalla Romania, altre dall’Al- bania, e le restanti dalla Nigeria, dalla Tunisia, dall’Ucraina e dall’Italia: tutte intorno ai trent’anni e tutte che hanno subito gravi violenze psico-fisiche e che adesso vivono sotto protezione. La situazione delle donne di fronte a cui si è trovato il Santo Padre è stata de- finita da lui stesso «un delitto contro l’umanità e una piaga nel corpo dell’umanità con- temporanea, una piaga nella carne di Cristo».
- 16 settembre: Visita al reparto di Neonatologia dell’Ospedale “San Giovanni” e all’Hospice “Villa Speranza”
Sorprendendo tutti, Papa Francesco, a poco più di due mesi dalla fine del Giubileo,
il 16 settembre si è presentato al pronto soccorso e al reparto di neonatologia dell’Ospeda- le “San Giovanni” di Roma, in cui si trovano ventiquattro bambini bisognosi di cure e supporto costante, e all’Hospice “Villa Speranza”, dove sono ricoverati una trentina di pazienti in fase terminale. Papa Francesco è rimasto con loro, ha pregato e abbracciato o- gni presente, mostrando tutta la sua comprensione e il suo amore misericordioso. In mez- zo allo stupore e alla commozione dei presenti si è poi allontanato concludendo l’ennesi- mo segno di misericordia dell’omonimo Giubileo.
- 4 ottobre: Visita ad Amatrice (Rieti)
Poco più di un mese dopo l’ennesima tragedia sismica che ha colpito il Centro Ita- lia, il 4 ottobre è arrivata a sorpresa la visita di Papa Francesco. Il primo paese in macerie che ha accolto il Santo Padre è stato Amatrice, dove ha visitato una scuola, ha pregato da solo e con i presenti e si è complimentato, ringraziando personalmente, il prezioso lavoro dei Vigili del fuoco e dei volontari. Successivamente la partenza per Accumoli, dove il è giunto verso l’ora di pranzo, per poi arrivare nel tardo pomeriggio ad Arquata del Tronto. «Vi sono vicino, sono con voi! Non vi lasceremo soli» ha detto Papa Francesco alle vitti- me del terremoto. Una visita non preannunciata, sentita dal Santo Padre, e in perfetta sintonia con il messaggio di Misericordia dell’Anno Santo.
- 14 ottobre: Visita al “Villaggio SOS”
Anche nel mese di ottobre il Santo Padre ha rispettato l’impegno giubilare dei Venerdì della Misericordia. Il 14 ottobre, infatti, Papa Francesco si è recato nella zona di Boccea, presso il “Villaggio SOS” di Roma: una casa famiglia che accoglie bambini, su segnalazione dei Servizi Sociali e del Tribunale per i minori, in condizioni di disagio per- sonale, familiare e sociale. La casa si sforza di ricreare l’ambiente adatto per garantire ai bambini la crescita serena che il nucleo familiare originale è impossibilitato a offrire. Il Papa è arrivato nel primo pomeriggio in maniera del tutto inaspettata, come di consueto, portando, oltre alla bella sorpresa, dolci e regali per tutti i bambini.