“24 Ore per il Signore”. Fisichella: «C’è sempre bisogno di perdono»

L’iniziativa, alla sesta edizione, sarà aperta da Papa Francesco venerdì 29 marzo alle 17 nella basilica vaticana. Numerose le chiese aperte per le confessioni. Confermato il ruolo dei missionari della misericordia.

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È giunta alla sesta edizione la “24 Ore per il Signore”, la “maratona penitenziale” promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione che sarà aperta da Papa Francesco venerdì 29 marzo alle 17 nella basilica vaticana. Saranno numerose le chiese aperte per pregare e accostarsi alla confessione, in prossimità della IV domenica di Quaresima, detta “laetare”. Al presidente del Pontificio Consiglio, l’arcivescovo Rino Fisichella, chiediamo quanto bisogno c’è di perdono oggi. «Direi che c’è sempre bisogno di perdono perché il perdono è il segno dell’amore. Una comunità, una società dove non si vivesse il perdono, in qualche modo avrebbe dimenticato l’orizzonte dell’amore. Dall’altra parte, questa mancanza potrebbe far pensare di essere in una condizione di perfezione. Invece – sottolinea il presule – non siamo perfetti, per cui il nostro relazionarsi, tra noi e con gli altri, è segnato anche dal nostro limite, dalle nostre contraddizioni e quindi dal nostro peccato. Ho letto l’indagine appena fatta da Ipsos in cui si chiedeva qual è una delle cose più rare da trovare e credo che circa il 70% degli intervistati abbia risposto l’amore. Il bisogno del perdono si collega inevitabilmente da una parte con la condizione personale che ciascuno di noi vive, che è quella del limite e del peccato, e dall’altra con una ricerca, un bisogno di amore che è capace di arrivare anche al perdono».

Di fronte agli scandali emersi di recente, non c’è il rischio di un crollo di fiducia nella Chiesa e di conseguenza nel sacramento della riconciliazione?
Che ci sia un crollo di fiducia penso sia inevitabile ma soprattutto da parte di persone che ci conoscono poco. Sono sempre più convinto che le persone vicine alla comunità cristiana, che conoscono direttamente i sacerdoti, vivono una reazione diversa. Questo però richiede una responsabilità ancora maggiore a noi sacerdoti e ai credenti in genere: avere uno stile di vita coerente e consequenziale con la vocazione ricevuta. Forse per quelli che sono più lontani e hanno più bisogno di evangelizzazione lo scandalo diventa veramente inciampo all’accoglienza del Vangelo. Però qui ritorna ancora di più il tema della purificazione attraverso cui la Chiesa, con la parola
profetica di Papa Francesco, invita a una via di recupero, di credibilità determinata anche dalla testimonianza forte e dal richiamo alla santità, che non può mai mancare.

L’anno scorso ci fu l’adesione dei cappellani delle carceri. In questa edizione sono previste novità particolari?
Non solo continua l’iniziativa nelle carceri ma si estenderà agli ospedali. Ad esempio, al San Giovanni ci sono già gli avvisi per la celebrazione. L’iniziativa si estende sempre di più, quando si parla con i vescovi e i sacerdoti nel mondo c’è subito un’accoglienza positiva».

Lei ha detto che i missionari della misericordia sono una continuità concreta del messaggio dell’anno giubilare. Quale sarà il loro ruolo quest’anno nella “24 Ore per il Signore”?
Il missionario della misericordia è una figura che deve essere capace di accogliere, deve saper esprimere in maniera molto coerente quello che è il motto della 24 Ore di quest’anno: “Neppure io ti condanno”. Posso dire che nella posta dei giorni scorsi ho trovato due richieste di vescovi per altri missionari: più gli ordinari prendono consapevolezza della loro importanza e più ne richiedono. Quest’anno in Italia sono stati invitati dall’Ispettorato generale a mettersi a disposizione per animare l’iniziativa nelle carceri. Prossimamente uscirà l’annuario dei missionari che sarà inviato a tutti i vescovi perché possano il più possibile servirsi di loro per animare celebrazioni o predicare ritiri. È un ministero che continua in maniera proficua e posso anche annunciare che quest’anno i missionari avranno degli incontri di riflessione a livello nazionale: in Italia dovrebbe avvenire tra settembre e ottobre».