Intervista a Virginia Franciosa

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Domenica 22 gennaio, durante la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, a sette laici è stato conferito, da Papa Francesco, il ministero di Catechista e a tre quello di Lettore. Sono uomini e donne provenienti da Italia, Messico, Filippine, Galles e Congo. Virginia Franciosa ha 52 anni ed è catechista per la diocesi italiana di Avellino.

 

Cosa significa per la sua vita essere catechista?

«Essere catechista per me significa mostrare sempre sul volto la gioia e l’entusiasmo, segni evidenti dell’Amore di Dio che si manifesta sempre ed in ogni luogo»

 

Chi l’ha aiutata e sostenuta nelle scelte di mettersi al servizio della comunità nell’evangelizzazione?

«In questo cammino mi hanno aiutato suore, sacerdoti e professori che ho incontrato lungo la strada, prima partecipando ai gruppi giovani in parrocchia, e poi frequentando l’Istituto di Scienze religiose diocesano».

 

Come si riesce a far appassionare alla fede i giovani di oggi?

«Mettendosi in gioco in prima persona, mostrando loro una Chiesa di uomini che lavorano e che si aprono a chi ha bisogno. Occorre fargli fare esperienza viva di ciò che diciamo e che vedono! Bisogna far “fare”, per poi far prendere loro coscienza che prima di tutto si deve “essere”».

 

Cosa ha provato mentre il papa le conferiva il ministero?

«Quando mi sono trovata di fronte al Santo Padre tutto a un tratto l’ansia e il timore sono spariti e sono stata assalita da un senso di serenità. Ero consapevole, però, che da quel momento il mio essere catechista diventava un “ministero stabile”. Questo comporterà sicuramente un maggiore impegno, e saranno necessari ancor più entusiasmo e gioia nell’annunciare e diffondere il Vangelo».