Intervista ad Alessia Evangelista

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Domenica 22 gennaio, durante la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, a sette laici è stato conferito, da Papa Francesco, il ministero di Catechista e a tre quello di Lettore. Sono uomini e donne provenienti da Italia, Messico, Filippine, Galles e Congo. Alessia Evangelista è italiana, ha 54 anni ed è catechista nella diocesi di Chieti - Vasto.

 

Cosa significa per la sua vita essere catechista?

«Ringrazio Dio per questo dono che mi ha concesso. Essere catechista, per me, vuol dire vivere con Gesù, nutrirmi di Lui quotidianamente attraverso la Parola e l’Eucarestia. Con la sua grazia affinare l’Ascolto che conduce all’ascolto. Significa lasciarmi trasformare da Lui per viverLo nei luoghi del mio quotidiano, accogliendoLo in ogni volto che mi fa incontrare. Significa gioire e respirare il Suo Amore in ogni forma, contemplando la Sua Bellezza, con il cuore colmo di gratitudine per il grande dono della vita, nel desiderio acceso di contagiare della gioia della Sua presenza ai bambini, ai ragazzi, agli uomini e le donne del nostro tempo».

 

Quando hai sentito la vocazione a metterti al servizio della comunità come catechista?

«Sebbene avessi avvertito il desiderio di servire Gesù fin dalla mia adolescenza, la vera vocazione l’ho sentita molto più tardi, all’età di 40 anni, quando, dopo un’esperienza molto forte della mia vita, passata attraverso una grande sofferenza vissuta nella fede, ho vissuto ‘l’incontro’ con Gesù. Il passaggio da una conoscenza di Lui attraverso terzi a una conoscenza esperienziale, ha trasformato totalmente la mia vita. Non si può incontrare Gesù e non avere il desiderio di annunciarLo e farlo conoscere a tutti».

 

Lei sta approfondendo con la sua Diocesi l’esperienza della catechesi mediante l’arte. Quanto la bellezza può parlare di Dio agli uomini?

«Dio è Bellezza e tutto il creato ne è la narrazione. Gli artisti, dai più famosi a quelli meno conosciuti, hanno un compito, una vocazione: partecipare a questa narrazione nei modi più svariati. Hanno scritto o trascritto la Parola dandole forma e vita attraverso immagini, colori, materiali, rendendo ulteriormente udibile il messaggio di Dio per gli uomini. Contemplare un’opera d’arte vuol dire leggere e nutrirsi di quella bellezza di cui Dio è il primo artefice. Lo scopo delle immagini sacre inizialmente era quello di dare facile accesso alla lettura biblica anche a chi non aveva accesso immediato alle Scritture. Oggi questi tesori sono strumenti che ne integrano la conoscenza, e continuano a essere i messaggi più immediati che attraverso gli occhi raggiungono il cuore dell’uomo».

 

 Cosa ha provato quando ha ricevuto il ministero dalle mani di Papa Francesco?

«È stata una forte emozione, difficile da descrivere. Ho provato una gioia incontenibile, mescolata allo stupore grande per questa imprevedibile sorpresa di Dio! Mi sono sentita davvero “attirata nella rete dell’amore del Padre”, chiamata da Gesù in persona ad annunciare la sua Parola. A Lui gratitudine infinita per questo immeritato ed inatteso Dono!».